I No Tav a Strasurgo


Una delegazione di No Tav il 19 maggio è andata a Strasburgo, al Parlamento Europeo, ad incontrare alcuni parlamentari e parlare con altri No Tav di comitati francesi e baschi.
Xhejsi Skendo, ragazzo che ha partecipato al viaggio, ci racconta che cosa è accaduto.

Dopo un viaggio di una notte sui pullman dei comitati, al nostro arrivo a Strasburgo veniamo accolti
dagli europarlamentari Sonia Alfano, Joe Higgins e Luigi De Magistris, che sono rimasti fra i pochi ad appoggiare la nostra causa dopo le ultime elezioni che hanno visto uscire dall’europarlamento Monica Frassoni e Vittorio Agnoletto. Dopo qualche foto ricordo con essi e con i comitati no Tav francesi e baschi, veniamo accompagnati all’interno del Parlamento Europeo da alcuni agenti di sicurezza. Una volta raggiunta la nostra sala, inizia l’audizione presieduta da Sonia Alfano e che vede 150 oppositori dell’alta velocità a confronto con una quindicina di deputati di varie nazioni e schieramenti. Prendono la parola vari parlamentari europei e vari esponenti dei comitati no Tav italiani, francesi e baschi. Un europarlamentare francese dubita della presenza di associazioni mafiose in val di Susa e al nord Italia, ma il suo intervento viene accolto con una disapprovazione generale anche dai suoi stessi colleghi. Interviene poi un’europarlamentare tedesca la quale fa presente che anche nel plenum ci si chiede se sia giusto investire ancora nell’alta velocità quando in parecchie zone dell’Europa il trasporto ferroviario e scadente, intendendo in particolare la rete ferroviaria che collega l’Italia al Brennero. Sulla stessa linea di pensiero è Sonia Alfano, che si domanda se abbia senso investire miliardi di euro su linee ferroviarie ad alta velocità che non hanno nessuna utilità, quando ci sono zone d’Italia dove per andare in treno da Palermo a Trapani ci si impiega otto ore.
Dopo la riunione incontriamo ancora i No Tav francesi e baschi alla caffetteria del Euro parlamento, insieme all’irlandese Joe Higgins. Nicoletta Dosio esprime il pensiero più ricorrente: «A cosa servono gli esposti al parlamento europeo, se poi non ci ascoltano? Certo possiamo contare sull’appoggio di qualche euro parlamentare, però la lotta alla Tav deve essere fatta dal basso come in tutti questi anni», dopo di lei prende parola l’irlandese Joe Higgins dice: «In valle di Susa non ci potrà mai essere una lotta dall’alto, continuate la lotta dal basso, la cosiddetta resistenza popolare come avete fatto finora… se crolla la lotta dal basso crolla anche la battaglia contro la Tav». Rispondendo a una mia domanda riconosce che «La lotta al Tav è una lotta è giusta, per quanto io ho visto sul posto, la Tav non passerà mai perchè c’è un’opposizione troppo forte da parte della popolazione, e l’unico modo che anno per fare i lavori sarebbe far intervenire l’esercito, ma questo non lo faranno mai perché, è una cosa antidemocratica, e i cittadini italiani si opporrebbero». Una volta finita l’assemblea alla caffetteria, usciamo dal Parlamento europeo, una volta fuori io ne approfitto per raccogliere qualche opinione prima sento il signor Doppioni, il quale dice: «Oggi è sicuramente, l’inizio di una lotta internazionale, perché abbiamo fatto vedere che non c’è soltanto l’Italia che si oppone a questa grande opera ma c’è mezza Europa che lotta, quindi è di sicuro l’inizio di una lotta internazionale, per quanto riguarda gli europarlamentari è impossibile dare un giudizio adesso, capiremo col passare del tempo se la loro è una mossa politica o è una causa che realmente anno deciso di appoggiare».. Durante il viaggio di ritorno sul pullman raccolgo anche l’opinione di Ermelinda Varese: «Oggi conta molto l’unione con gli altri movimenti No Tav europei, e a me personalmente fa molto piacere vedere e conoscere altri militanti No Tav. Per quanto riguarda le istituzioni, a me personalmente non mi convincono piu di tanto, certo essere qui oggi e comunque sia un fatto importante, ma la lotta alla Tav deve continuare come in questi vent’anni, cioè una lotta dal basso.»
Secondo me il nostro viaggio a Strasburgo è stato un fatto importante, perché abbiamo dimostrato che “quei quattro gatti anarco insurrezionalisti” sono stati ascoltati dal parlamento europeo, e abbiamo dimostrato che la nostra lotta non è solo una lotta della valle di Susa, ma è una lotta di un’Europa che non vuole veder morire il futuro dei propri figli, che si oppone a un’opera che è inutile e disastrosa dal punto di vista economico e naturale.
Xhejsi Skendo, Gravere

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