Archive for dicembre 2009

Come vorrei che fossi qui



E' la vigilia di Natale, io dovrei scrivere un bel post carino, divertente per augurare a tutti un Buon Natale. E invece sono qui, seduto davanti al computer con tutt'altro che il Natale in testa. Non sono parole piene di gioia quelle che scrivo. Un caro amico mi guarda dall'alto in questo Natale in cui è poca la spensieratezza di un tempo. Questo caro amico è Alessio, aiutava me e Andrea a scrivere su questo blog. Ma non era solo questo per me, mi ha accompagnato negli anni di scoutismo, insegnandomi ciò che sapeva, cercando fare in modo che sapessi guidare la canoa in quel mare in tempesta che è la vita. E' stato proprio quando ho appreso che era morto che mi sono reso conto di quanto era per me importante e di quanto manchi non solo a me.
Nei momenti più tristi uno tende a lasciarsi andare ad una incontrollata e preponderante tristezza. E' giusto che le lacrime sgorghino dai visi degli amici, ma piano piano la tristezza deve lasciare il posto alla speranza e ad una pacata gioia, la gioia che si prova ricordando i momenti passati insieme, le esperienze indimenticabili, la speranza di non dimenticare tutto ciò, fino ad arrivare alla convinzione di poter ricordare il tutto con più lucidità e gioia e di poter far tesoro di tutte le cose condivise, portandosi dentro al cuore l'indimenticabile ricordo di una splendida persona: Alessio.
Grazie di tutto ciò che hai fatto e per chi sei stato per me.

Matteo

Siamo solo due anime sperdute
Che nuotano in una boccia di pesci
Anno dopo anno
Corriamo sullo stesso vecchio terreno
E cosa abbiamo trovato?
Le solite vecchie paure
Vorrei che fossi qui
(Wish you were here)

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Scusandoci per il disagio



di Piergiorgio Paterlini

Nevica, e 700 treni vengono cancellati. 700 in un giorno, non in un anno. Si potrebbe anche sopportare.

Nevica, e Moretti dice, riuscendo a rimanere serio: “Chi sale su un Intercity dovrebbe portarsi almeno un paio di panini, dell’acqua e un maglione in più”.

Già, che problema c’è? È logico. Se prevedi – e la probabilità è altissima – di passare 12 ore in aperta campagna di notte con dieci sotto zero su un treno bloccato senza riscaldamento e senza minibar, il minimo che una persona previdente possa fare è effettivamente portarsi da casa un po’ di generi di prima necessità: magari anche una stufetta (a legna, perché la corrente non c’è), delle coperte, una scatola di aspirine, cose del genere.

Ma anche questo – forse – si potrebbe sopportare.

Ciò che non si può assolutamente sopportare è l’annuncio che Trenitalia ha ideato, immaginando di fare cosa gentile, per casi di questo genere e che noi passeggeri ci sentiamo ripetere invariabilmente a ogni viaggio, qualunque cosa stia accadendo: “Il treno Intercity Notte 799 da Torino Porta Nuova a Roma Termini viaggia con 740 minuti di ritardo. Ci scusiamo per il disagio”.

Il disagio? DISAGIO??? Hai detto “d-i-s-a-g-i-o”???

12 ore e 10 minuti di ritardo sarebbero un “disagio”? Meno di un foruncolo sul naso, più o meno come una scarpa slacciata, quasi meno di dieci centesimi che ti cadono in un tombino?

“Disagio” si può dire per un ritardo di 8 minuti. Disagio è il bar che ha finito i tovagliolini. Disagio è quando una vibrazione eccessiva fa scivolare il libro che stai leggendo addosso al tuo vicino senza provocare danni seri se non appunto un po’ di disagio.

Una notte al gelo – in campagna o alla Stazione Termini – ma anche semplicemente 60 minuti di ritardo su una percorrenza di 120, un Eurostar con un solo bagno funzionante per tutte le carrozze di prima e di seconda classe (la regola), tutto questo non è un “disagio”. Si tratta di piccole catastrofi quotidiane, di microtragedie, di disservizi intollerabili e danni molto seri: alla vita, al lavoro, all’equilibrio psico-fisico delle persone.

Ingegner Moretti, dia retta. Visto che ai problemi seri pare non riesca a porre rimedio, a questo – che non è meno serio ma certo del tutto alla sua portata – provveda. Subito. Faccia cambiare quell’annuncio. E infligga una bella multa al sadico o allo spiritosone che l’ha concepito. Subito. Non costa nulla. Non migliorerà nulla. Ma, lasciandoci il danno, ci toglierà almeno la beffa. In parole più chiare: ci levi questa colossale presa per il culo.

E, naturalmente, ci scusi per il disagio.

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Verdi verdi e Verdi





Per le elezioni regionali tornano i "Verdi Verdi". Da non distinguere con i "Verdi". I "Verdi Verdi" infatti sono di centro destra ed i voti che conquisteranno (ruberanno) andranno a sostenere il candidato del centro destra, Cota, Lega Nord. I "Verdi" invece, sono quelli più celebri, lista ambientalista che negli ultimi anni si è posta a sinistra del Pd.
Diversi insomma, ma i nomi ed i simboli abbastanza simili. La lista "Verdi verdi" infatti è stata inventata apposta per sottrarre voti ai "Verdi", approfittando degli errori di distrazione dell'elettore. La lista "Verdi Verdi" era stata ritirata nelle precedenti elezioni regionali dopo che Pecoraro Scanio, allora segretario dei Verdi, aveva minacciato di presentare le liste "Forza Italiani" e "Forza in Italia". Ma ora che i "Verdi verdi" sono tornati.

Alessio Meyer

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Travaglio - Spatuzza, il penultimo a parlare

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Morto il nigeriano che assistette ad un pestaggio in carcere

Ho scoperto oggi grazie a Informazione Libera su Facebook di una nuova morte misteriosa di un carcerato, proprio dopo aver assistito al pestaggio di un altro detenuto.
La morte è avvenuta in carcere dopo che il detenuto la mattina si era sentito male.

Da Informazione Libera:
Si era sentito male al mattino, portato in infermeria solo il pomeriggio, secondo l'avvocato. 'Il negro ha visto tutto', erano le parole del capo della polizia penitenziaria.
Il carcere di Castrogno, alla porte di TeramoUzoma Emeka, il detenuto nigeriano di 32 anni che avrebbe assistito il 22 settembre scorso al pestaggio di un altro detenuto italiano nel carcere di Castrogno, e' morto all'ospedale civile di Teramo. Le circostanze del decesso sono ancora ignote, ma gia' si specula sulle ombre che la morte di Emeka proietta nuovamente sulla casa circondariale abruzzese. Emeka era probabilmente stato il testimone di una delle pagine buie della storia penitenziaria italiana, rivelata dall'invio al quotidiano locale 'La Citta'' di una registrazione delle guardie carcerarie. "Non si massacrano così i detenuti in sezione, si massacrano sotto... il negro ha visto tutto". Questa era la frase che il capo delle guardie carcerarie, Giuseppe Luzi, rivolgeva a un suo sottoposto. A seguito dell'episodio si succedettero interpellanze parlamentari e inchieste interne al corpo di Polizia penitenziaria che portarono alla rimozione dall'incarico di Luzi per ordine del ministro della Giustizia Alfano.
Matteo Nurisso

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Il fallimento di Copenaghen


Si è concluso l'incontro di Copenaghen ed ancora una volta si è persa l'occasione di stringere accordi decisivi e vincolanti per salvaguardare il pianeta. Il tempo oramai è sempre meno, ogni stato deve assumersi le sue responsabilità e ridurre l'inquinamento in modo drastico.
Nurisso

_ COPENAGHEN _
E ora si raccolgono i cocci e si avvolgono in carta regalo. Si è chiuso ieri il vertice climatico di Copenaghen, e il bilancio è quaresimale. Non c’è un accordo politicamente né legalmente vincolante, e non c’è l’impegno a raggiungerlo entro il 2010. Non c’è un obiettivo di riduzione _ se non volontario _ al 2020. Non c’è neppure un impegno di riduzione al 2050 neppure per i soli paesi sviluppati (si è opposta la Cina). E’ saltata la possibilità di raggiungere l’accordo sulle foreste (il cosiddetto Redd), non c’è il controllo degli impegni di riduzione nazionali dei paesi in via di sviluppo (c’è invece per quelli realizzati con l’assistenza internazionale, imposto dagli Usa).

E se è vero che esiste l’impegno di rimanere al di sotto dei due gradi di riscaldamento (ed è stato inserita all’ultimo momento la promessa che nel 2016, quando si farà la revisione degli impegni, “si valuterà” se alzare l’obiettivo a 1,5°) questi resta un pura enunciazione senza strumenti per concretizzarla. Quanto agli impegni di riduzione dei paesi in via di sviluppo _ che pure sono una novità _ saranno assolutamente volontari. Di rilevante resta solo l’impegno finanziario (vero) di 30 miliardi di dollari all’anno per il triennio 2010-2012 e, teoricamente, “l’obiettivo di mobilitare” (formulazione pericolosamente generica) 100 miliardi di dollari all’anno fino al 2020 per far fronte ai bisogni dei paesi in via di sviluppo piu volneravbili al cambiamento climatico ed è positivo anche il nuovo meccanismo per il trasferimento di tecnologia.

Ma solo degli inguaribili ottimisti (o dei politici in cerca di voti) non parlerebbero di fallimento, ennesimo rinvio delle scelte vere e di accordo marginale nella lotta ai cambiamenti climatici.Accusare chi parla di fallimento di fare il gioco dei negazionisti è una accusa troppo facile e per nulla fondata. Di contro, definire un mezzo successo Copenaghen è una operazione cinica e mezognera che nasconde la verita: che stiamo perdendo altro tempo a causa di chi non vuole politiche realmente incisive. La curva delle emissioni, dice l’Ipcc, deve raggiungere un picco attorno al 2017, massimo 2020, se si vul cercare di mantenere il riscaldamento entro i due gradi. Con le politiche attuali questo non avverrà. E come ammette lo stesso segretariano nel documento riservato scovato dal Guardian nei giorni scorsi, il riscaldamento sarà di tre gradi. Su tutti la colpa di questa incresciosa situazione dove si dice una cosa e se ne fa un’altra è del “G2″, cioè della Cina (che si nasconde dietro il “diritto allo sviluppo”) e degli Stati Uniti (che magari vorrebbero fare di più ma non possono a causa delle resistenze di un Senato e di un Congresso ostaggio le lobby del carbone e degli idrocarburi). Ma forti sono le responsabilità di India, Russia, Canada. Di una parte del mondo industriale. Di una parte dell’ambientalismo che si illude che parlando di bicchiere sistematicamente mezzo pieno si incoraggi un processo che invece ha bisogno dell’elettroshock e non di carezzevoli autoconsolazioni.

E fosse solo questo: è da vedere l’accordo di Copenaghen (modesto di per sè) se sarà poi applicabile. In una lunga battaglia negoziale che si è dispiegata da mezzanotte alle 10.30 di mattina un gruppo di battaglieri paesi in via di sviluppo ha fatto il diavolo a quattro per impedire che l’”accordo di Copenaghen” _ osteggiato perché troppo blando e perché calato dall’alto _ fosse adottato dalla Convenzione sul Clima. Il fuoco alle polveri l’ha dato Jan Fry il battagliero capodelegazione dell’arcipelago delle Tuvalu, nel Pacifico, che rischiano di essere sommerse (ma lui, previdente, vive in Australia, a 144 km dal mare). “I soldi sul tavolo per questo accordo _ ha attaccato usando una metafora biblica _ sono come 30 denari d’argento per tradire il nostro popolo. Signor presidente, il nostro futuro non è in vendita, noi votiamo contro”. Erano da poco passate le tre del mattino ed è calata una pietra tombale sull’“accordo di Copenaghen”, perché dopo di lui sono intervenuti il Venezuela, la Bolivia, Cuba, il Costarica e il Nicaragua. Tutti contrarissimi. E il Sudan ci ha messo la ciliegina avvelenata dicendo che l’accordo “è come l’Olocausto”. Dato che in sede Onu vale la regola del consenso e basta un solo paese per bloccarlo, con sette nazioni contrarie l’intesa era segnata. I paesi poveri hanno impedito che l’accordo fosse adottato. Solo dopo un’ora e mezza di consulto con i legali dell’Onu, si è trovata la quadra. Al posto di Rasmussen è stato messo il deciso Philip Weech delle Bahamas che ha fatto approvare per consenso la decisione di “prendere nota” dell’accordo di Copenaghen. Ai sensi della decisione 55/488 dell’assemblea generale la formulazione “prendere nota” non costituisce approvazione ma solo “presa d’atto”. Gli impegni dell’accordo sono quindi fuori dalla Convenzione e saranno validi solo per chi sceglie di aderirvi. Il che apre vasti problemi procedurali. Oltre che debole, l’”Accordo di Copenaghen” è quindi anche giuridicamente incerto. “Sono cosciente _ ha ammesso il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon _ che non è quel che tutti speravamo. Ma è un inizio, ora lavoreremo per renderlo legalmente vincolante nel 2010>.

Lo avevano detto anche alla conferenza di Bali, due anni fa: a Copenaghen avremo un accordo vincolante. E si è visto come è andata a finire.

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Affondata sul lavoro


Di Gramellini

Quasi duecentomila sardi fra i 18 e i 32 anni hanno partecipato al gioco di una catena di distribuzione intitolato «Vinci il tuo posto di lavoro». Una bambina bendata ha estratto i quattro nomi che avranno diritto a un posto di commesso al supermercato, il prossimo anno. Non è una gag, è una notizia. L’ho letta ventisette volte e ancora non riesco a crederci.

Non riesco a credere che il lavoro sia diventato un premio sorteggiabile come una pentola o un biglietto della Lotteria Italia. Non riesco a credere che sia stato accolto come un successo di marketing l’immenso numero dei partecipanti, spia di una situazione economica drammatica, tanto più che in palio non c’era un impiego fisso (il famoso concorso da vigile urbano) ma un lavoro precario e poco remunerato. E se anche riesco a credere, senza nessuno sforzo, che qualche managerino rampante si sia inventato l’iniziativa, non mi capacito che il sindacato l’abbia avallata allargando le braccia: «Di questi tempi è meglio di niente» ha detto un dirigente locale della Cgil. Soprattutto non riesco a credere che l’opinione pubblica digerisca un evento così avvilente per la dignità umana senza riscuotersi dal torpore in cui sembra precipitata. Eppure l’articolo 1 della Costituzione recita ancora: «L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro». Andrebbe aggiornato: «Fondata sulla raccomandazione e sull’estrazione». L’unica alternativa possibile, a quanto pare.

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Censura di internet?

In questi giorni caldi della politica Italiana, sono passati in secondo piano gli argomenti dei dibattiti dei giorni precedenti, per lasciare il posto ai problemi tirati in ballo dai recenti fatti di attualità ed in particolare le reazioni di internet all'aggressione di Berlusconi.

Come è facile immaginarsi dopo l'aggressione il web ha avuto diverse reazioni: da una parte chi difendeva Tartaglia (colui che ha aggredito Berlusconi) e dall'altra chi condannava il gesto e difendeva il premier.
C'è da dire, perché da come se ne parla non traspare, che la maggior parte della gente non si è nettamente schierata, poiché in tutto ed anche nel web non esistono solamente il bianco ed il nero.

Free Blogger
Tutto questo "trambusto etereo" ha innescato nella maggioranza l'idea, peraltro non nuova, di "oscurare i siti Internet che incitano alla violenza". Il come e tutte le possibili sfumature restano però confuse. Infatti di per sè non ci sarebbe bisogno di una censura per contenuti inappropriati in quanto praticamente ogni sito tra quelli citati dalla maggioranza (Facebook, Youtube ed in generale i blog) ha un suo sistema di censura dei contenuti inadatti.
Censurando tutto il sito con contenuti non adatti o addirittura filtrandolo solamente il danno per la rete e per la libertà dei cittadini Italiani è immenso.

La maggioranza va comunque avanti per la sua strada, del tutto intenzionata a proporre non un decreto, ma un disegno di legge che regoli allo stesso tempo internet e le manifestazioni.

Vi terremo aggiornati e soprattutto non smetteremo mai di scrivere le notizie che ogni giorno interessano il nostro Paese.

Matteo Nurisso

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Le dichiarazioni riguardo l'aggressione

Vignetta di Roberto Mangosi

Sono passati due giorni dall'aggressione di Silvio Berlusconi. In questo breve lasso di tempo è stato detto di tutto riguardo ciò che è accaduto e le responsabilità.
Cerchiamo insieme (prego chiunque abbia frasi interessanti di postarle nei commenti) di vedere cosa è stato testualmente detto.


"Tutti dovrebbero farsi un esame di coscienza. Tutti coloro che hanno alimentato la campagna d'odio, hanno armato in qualche modo la mano dell'attentatore[...] Formigoni ha sottolineato che "la predicazione dell'odio contro Berlusconi e il centro destra e' alimentata da mesi, da anni, da trasmissioni televisive in onda sulle reti nazionali, da quotidiani, da settimanali che tendono a dipingere Berlusconi come causa di tutti i mali d'Italia. Berlusconi e' descritto come il male assoluto"

Secondo Alfano l'aggressione "non puo' essere un caso isolato"

Tartaglia sarebbe "vicino ad ambienti del social network"

"L’aggressione a Berlusconi è il segno che è davvero il tempo di cambiare la Costituzione"

"Faro' in modo determinato la mia opposizione - ribadisce Di Pietro - e staro' ancora piu' attento a non dare l'occasione di strumentalizzarmi a coloro che vorrebbero a tutti i costi trovare un colpevole per il clima di disagio sociale. E' facile accusare noi, che siamo considerati fuori dal solito giro degli amici del sistema. Ma io sono sempre stato nei limiti, rispettando le leggi"
"non intendo modificare la mia opposizione parlamentare solo perche' c'e' stato un gesto violento"
"Io non voglio che ci si mai violenza, ma Berlusconi con i suoi comportamenti e il suo menefraghismo istiga alla violenza"

In attesa di altre frasi trovate da voi.
Matteo Nurisso

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TAV e dintorni



Cari tutti,
ecco come si pretendono di spendere decine di miliardi di euro per una linea ferroviaria e poi non si riesce a gestire l'ordinaria amministrazione. Peggiornadola.
Come sapete ci sono dei TGV che vanno da Milano a Parigi. Tra le fermate intermedie ci sono Torino Porta Susa, Bardonecchiae e Modane. Bene, dalla settimana scorsa un treno italiano percorre la tratta da Milano a Modane, poi a Modane i passeggeri scendono. Intanto arriva un TGV da Parigi, che arriva a Modane. Anche i passeggeri di questo treno scendono. A questo punto i due convogli si scambiano i passeggeri e fanno marcia indietro: il TGV torna a Parigi e la freccia rossa torna a Milano. Tutto questo per incompatibilità tra linee e treni italiani e francesi. Possibile che si pensi a grande investimenti organizzando dei disastri di questo tipo? Forse per qualcuno questa è la dimostrazione che serve il tunnel e tutto il resto. Per me è la dimostrazione che bisognerebbe essere in grado di gestire al meglio quello che si ha evitando per quanto possibile opere enormemente costose e ad alto impatto ambientale.

Vi riporto un articolo a tema che ho trovato sul Sole24ore, 13 Dicembre 2009.

Alessio Meyer

Otto miliardi di euro per 14 treni al giorno. Domenica si è completata la linea ferroviaria ad alta velocità da Milano a Torino con il cambio di orario. La tratta da Novara a Milano segna - insieme alla Bologna-Firenze - il completamento della dorsale AV delle Ferrovie italiane (Torino-Milano-Bologna-Firenze-Roma-Napoli-Salerno) ma stabilisce - a poca distanza dalla Bologna-Firenze - un primato di costo al chilometro nonostante il percorso interamente in pianura. L'intera Milano-Torino è costata quasi 8 miliardi di euro, la Novara-Milano 2,9 miliardi per 38 chilometri: 76 milioni a chilometro contro i 38 della Milano-Bologna e i 15-16 delle equivalenti linee francesi. A differenza della Milano-Roma, almeno all'inizio l'apertura della nuova linea vedrà un aumento molto limitato dei collegamenti tra i due capoluoghi del Nordovest.

Il servizio.
Vediamo i dettagli. Da oggi ci sono tra Torino e Milano sette coppie di treni AV nei giorni feriali; quattro di queste proseguono per Roma fermando a Milano Porta Garibaldi, le altre arrivano a Milano Centrale. Di sabato le coppie saranno tre, la domenica cinque. I tempi di percorrenza sono di 50 minuti da Porta Susa a Milano Centrale (1 ora da Porta Nuova) contro 1 ora e 10 precedenti (1h e 22' da Porta Nuova); da Torino Porta Susa a Milano Porta Garibaldi bastano 45 minuti.
Il numero complessivo di treni a lunga percorrenza fra Milano e Torino scende da 11 a 10: quattro EsCity vengono sostituiti da tre InterCity (a tariffa più bassa), mentre vengono sospesi temporaneamente i due EuroCity in provenienza da Parigi, che si fermeranno a Torino senza proseguire per Milano. Il motivo è la necessità di attrezzare i TGV francesi con il sistema di controllo italiano Scmt, senza il quale la loro velocità viene limitata a 100 km/h. Le ferrovie francesi sperano di poter riattivare i collegamenti anche per Milano «entro l'estate 2010». I giorni scorsi hanno visto forti polemiche fra Trenitalia e le autorità locali piemontesi, per la riduzione dei servizi e il fatto che inizialmente fosse stata tolta la fermata di Porta Susa, quella più vicina a Milano, che finora era stata effettuata da tutti treni AV. Dopo le proteste la fermata è poi stata rimessa a 2 treni su 7; con sette coppie di treni feriali AV al giorno contro le 21 Milano-Bologna e le 36 Milano-Roma, il servizio offerto sulla nuova linea è comunque ancora distante dagli standard di quella che Mauro Moretti, amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, definisce «la metropolitana d'Italia». Entro due anni dovrebbe arrivare anche su questa linea la concorrenza, rappresentata dalla Ntv di Montezemolo e Della Valle alleati con le ferrovie francesi Sncf.

I prezzi
L'apertura dell'ultimo tratto di linea veloce fra Torino e Milano porta un consistente rincaro dei biglietti. Per chi viaggia in seconda classe l'incremento è del 30% (+5% in prima); in due anni il biglietto di seconda classe è rincarato del 55 per cento. Al prezzo base il costo chilometrico della Mi-To supera quello di Milano-Bologna e Milano-Roma. Sulla Mi-To ad alleviare il salasso ci sarà - fino al 28 febbraio 2010, per posti limitati e a condizioni restrittive - l'offerta che permetterà di viaggiare in coppia acquistando due biglietti al prezzo di uno; il costo a testa scende così a 15,5 euro in 2ª classe. In alternativa per chi è da solo, i treni regionali collegano ogni ora Torino Porta Susa a Milano centrale in 1 ora e 45' (1 ora e 31 per chi è diretto alla Fiera di Milano). Il prezzo è salito di recente a 9,2 euro in 2ª classe e 14,3 in 1ª. Un confronto con i prezzi delle altre tratte AV italiane si trova nella tabella qui allegata.

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Il più amato dagli Italiani



Ecco l'ultimo video del Passaparola di Marco Travaglio.
Argomento della puntata non può che essere l'aggressione a Silvio Berlusconi di cui abbiamo parlato ieri.
Ieri avevamo dato della notizie sommarie, l'aggressore è stato fermato, si chiama Tartaglia ed è un incensurato, ma psicolabile. L'oggetto dell'aggressione è una statuetta del  Duomo di Milano.
L'atto violento immotivato è stato condannato da tutti gli schieramenti politici "senza se e senza ma". Esso si rivela addirittura controproducente per l'opposizione, poiché probabilmente la figura del Premier uscirà rafforzata da questa situazione. Proprio l'opposizione, insieme ad alcuni giornali ed addirittura a Fini, è stata additata dalla maggioranza e da alcuni giornali come "mandante morale" dell'attacco.


Quest'immagine infatti è il titolo del "Giornale". Subito sono stati creati su Facebook gruppi a favore dell'aggressore; il rischio per gli iscritti è una denuncia per apologia di reato.
Matteo Nurisso

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Berlusconi colpito al volto durante un comizio

La notizia è di pochissimi minuti fa, non sapendo bene i dettagli, mi affido alla notizia riportata dal Giornale del Friuli, in attesa di saperne di più.

Milano – 13 dic ‘09: Silvio Berlusconi sarebbe stato aggredito da un manifestante immediatamente dopo il discorso per l’avvio dei tesseramenti del Pdl, l’uomo avrebbe colpito il Premier al volto causandogli un evidente ematoma al labbro.

Berlusconi aveva appena finito il discorso, durante il quale aveva ribadito che il Pdl è un partito democratico e coeso, annunciando nuovi alleati come la Santanché e la candidatura di Formigoni per la presidenza della Regione Lombardia.

Una volta sceso dal palco in mezzo alla folla il Presidente del Consiglio sarebbe stato assalito da un uomo, che gli ha procurato le sopracitate contusioni, presto saranno disponibili ulteriori particolari sull’aggressione.

Matteo Nurisso

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Restyling natalizio


Si avvicina il Natale, il periodo delle vacanze, un periodo di riposo per tutti (o almeno si spera). Fervono nelle case i preparativi, si addobbano alberi, si mettono luci sui balconi. Noi su Parola di Bonobo stiamo lavorando a delle piccole modifiche per il blog:

  1. Decorazioni natalizie: le modifiche sono già attive, grazie ai blog Creare Blog e Blografando nel blog nevica ed è visibile nella barra di destra un'immagine che indica quanto manca a Natale
  2. Valutazione del post: in questo momento sotto ogni articolo è possibile votare il post da 1 a 5. Purtroppo però non viene sfruttata praticamente da nessuno e aumenta lo spazio di ogni articolo nel blog. Ho deciso di togliere la valutazione, se ci sarà bisogno la ricaricherò
  3. Consigliare gli articoli interessanti: oltre ai pulsanti dei social network presenti in fondo ad ogni articolo ed in sostituzione alle stelle ho intenzione di permettere ai visitatori che aggiungeranno il blog a Google Friend Connect (presente nella sidebar) di suggerire agli altri visitatori gli articoli migliori del blog. In questo modo spero di poter dare un servizio migliore ai visitatori e nello stesso tempo aumentare gli iscritti a Google Friend Connect, un servizio che io trovo molto utile per creare una sorta di comunità all'interno del blog
Queste sono tutte le modifiche che prossimamente saranno caricate nel blog, spero piacciano ai nuovi visitatori così come ai vecchi. Se chiunque avesse delle proposte da fare non ha che da commentare, ascolterò tutti i consigli  con piacere!
Matteo Nurisso

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Tremonti creativo



Cari tutti,
vi riporto un'interessante commento sulla finanziaria di Tito Boeri apparso su Repubblica. Si parla dell'estro di Tremonti, che imperterrito continua con la finanza creativa.
Buona lettura,

Alessio Meyer

Repubblica — 08 dicembre 2009

DOVEVA essere una manovra in pareggio. A saldo zero. Così era stata
votata dal Parlamento a luglio con il Documento di programmazione
economica e finanziaria ed è stata presentata a Bruxelles. Così è
stata presentata sui media: una manovra sempre più grande, ma che
rispetta il saldo zero. Ma il maxiemendamento alla Finanziaria
approvato ieri dalla Commissione Bilancio della Camera ha di fatto
cambiato i saldi netti della manovra, lasciando in eredità ai governi
della prossima legislatura ben 8 miliardi di spese non coperte, di
debito, in più. Mezzo punto di Pil in più di aggiustamento che andrà
ad aggiungersi ai due che l' Europa ci richiede da qui al 2012.
Insomma più che un pareggio, con tante reti, 9 miliardi di spese in
più contro 9 miliardi di entrate aggiuntive, la manovra varata ieri
assomiglia al risultato di Arsenal-Wigan: un roboante 9 a 1. Peccato
che l' Arsenal siano in questo caso i tanti beneficiari dei 200 commi
inseriti in fretta e furia nel maxiemendamento. Di cosa si tratta? Per
lo più, di una lunga serie di trasferimenti, ciascuno di piccola
entità, concessi dal Museo Omero di Ancona al centro di documentazione
sulla cultura italiana in Istria, dai contributi alle associazioni dei
combattenti ai trasferimenti alla biblioteca Regina Margherita di
Monza. Loro sono l' Arsenal. Mentre il Wigan, gli sconfitti, siamo
tutti noi contribuenti. E rischiamo di accorgercene quando ormai è
troppo tardi. Quando la manovra è già stata approvata in via
definitiva e "bollinata" dalla Ragioneria. Vediamo come e perché. Nel
silenzio di Confindustria, che ha portato a casa nel maxiemendamento
400 milioni in più per il credito di imposta alla ricerca (qualcuno
prima o poi sarà messo in condizioni di valutarne l' efficacia?), e in
quello ancora più fragoroso del Presidente dell' Inps (nominato dal
Ministro Sacconi), il governo ha deciso di appropriarsi degli
accantonamenti per il Tfr lasciati in azienda dai lavoratori delle
imprese con più di 50 addetti. In assenza del maxiemendamento, i
lavoratori avrebbero potuto versarloa un fondo pensione di loro scelta
oppure lasciarlo in azienda. Ora questa seconda opzione svanirà. A
loro insaputa, il Tfr lasciato in azienda verrà infatti trasferito a
un fondo di tesoreria istituito proprio per coprire la spesa dei 200
commi. In questa operazione avverrà un vero e proprio miracolo: soldi
dei lavoratori che figuravano a debito dell' impresa diventeranno
delle entrate, sì proprio surplus di bilancio, per lo Stato. Non ci
sarà, infatti, alcuna iscrizione a debito di questi 8 miliardi. Da
nessuna parte. Delle due l' una o i soldi sono stati davvero scippati
ai lavoratori e, dunque, almeno dal punto di vista contabile è giusto
iscriverli solo come entrate nelle casse dello Stato. Oppure come non
solo speriamo, ma è nella legge e nei fatti, si tratta di soldi che i
lavoratori potranno un giorno riavere con gli stessi interessi che
avrebbero maturato in azienda e che, dunque, creano un debito dello
Stato. Questo debito dovrà, primao poi, essere saldato. Ci penseremo
pagando nuove tasse presumibilmente a partire dalla prossima
legislatura. Nel varare questa ennesima operazione di maquillage
contabile il ministro Tremonti ha sicuramente tratto ispirazione dal
suo predecessore alla scrivania di Quintino Sella. Il Ministro Padoa
Schioppa aveva, infatti, varato sperimentalmente operazione analoga
durante il semestre in cui i lavoratori venivano chiamati a decidere
dell' utilizzo del loro Tfr. Anche in quella occasione, con tutti i
mezzi di comunicazione cui potevamo allora accedere (comprese le
colonne di questo giornale) avevamo denunciato la gravità di questa
operazione di contabilità creativa. Questa volta, però, c' è un'
aggravante. Anzi tre. Primo, tutto avverrà senza che i lavoratori
siano stati minimamente informati. Non siamo più nel semestre del Tfr.
Chissà così se il signor Galbusera Erminio, operaio di Seriate, verrà
mai a sapere che la Lega ha dirottato il suo Tfr anziché alla sua
azienda a qualche ignoto ente del Centro-Sud, nell' ambito di scambi
di favori interni alla maggioranza. Secondo, questa volta i fondi
finiranno dritti dritti in un fondo di tesoreria, senza alcun vincolo
circa il loro utilizzo. Non dovranno, in altre parole, essere
destinati a finanziare investimenti pubblici, ma cadranno nel
calderone della spesa corrente. Terzo, chi oggi ha votato il
maxiemendamento, quando era all' opposizione aveva denunciato lo
scippo dei soldi dei lavoratori. Insomma siamo alle solite: la
Finanziaria 2010 è una storia di miracoli all' italiana e di facce di
tolla. Impariamo almeno a chiamare le cose col loro nome. ©
- TITO BOERI

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Annozero: puntata del 10 dicembre

Ecco i 3 video secondo me più significativi dell'ultima puntata andata in onda di Annozero.
Buona visione.





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Radio Blackout ospita Radio No Tav


Radio Blackout (www.radioblackout.org) ospita da questo giovedì Radio No Tav, una trasmissione che andrà in onda dalle ore 10.00 alle 11.00 ogni giovedì.
Sarà possibile ascoltare la trasmissione in streaming sul sito della radio oppure sulla frequenza 105.250 FM. Essa si occuperà di notizie a approfondimenti sul tema Tav, ma non solo. Un'ora, in cui chiunque abbia qualcosa da dire sarà ascoltato. Lo scopo della trasmissione è mantenere alta l'attenzione sul tema attualissimo del Tav, in particolare della Torino-Lione. Infatti proprio in questo periodo si sta nuovamente parlando dei sondaggi in Val di Susa, dopo quelli del 2005, culminati con la protesta chiamata "Battaglia del Seghino".
Radio Blackout è una radio completamente autogestita e senza introiti pubblicitari.
Per chiamare in trasmissione il numero è 011 2495669, mentre per scrivere messaggi è 346 6673263
Nurisso

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Feltri scherzava

Vignetta di Strisce Bavose

Buonasera a tutti voi che leggete quest'articolo. Probabilmente la notizia la saprete già, l'avrete già letta su altri blog o sui giornali, ma io voglio parlarne, seppur in ritardo, perché ritengo sia importante.
Dino Boffo, all'epoca direttore dell'Avvenire, era diventato soggetto di una campagna denigratoria portata avanti dal direttore del Giornale Vittorio Feltri, che lo accusava non avendo in mano in realtà nulla di concreto, sulla sua presunta omosessualità (come se fosse un reato!) e su delle presunte molestie telefoniche. Oramai pubblicamente distrutto, Boffo era stato costretto alle dimissioni da direttore dell'Avvenire, con grande giubilo del Giornale.
Qualche giorno fa, con grande sorpresa di tutti, Vittorio Feltri ha fatto dietrofront su tutto ciò che è stato detto a proposito di Boffo: Da quelle carte, Dino Boffo non risulta implicato in vicende omosessuali tantomeno si parla di omosessuale attenzionato. Questa è la verità. Oggi Boffo sarebbe ancora al vertice di Avvenire. Inoltre Boffo ha saputo aspettare, nonostante tutto quello che è stato detto e scritto, tenendo un atteggiamento sobrio e dignitoso che non può che suscitare ammirazione.
Insomma, il Giornale ha detto un sacco di fesserie, aveva ragione Boffo, lo ammiriamo. Stop.
Secondo il mio modesto parere Feltri doveva riflettere un po' più seriamente su tutta la questione, poiché l'aver pubblicato quella notizia data da un informatore, ma senza effettivi riscontri, solamente per accanirsi contro un personaggio scomodo era un rischio. Scoprire che erano tutte fandonie, così come è stato, dovrebbe far riflettere un direttore, fino a domandarsi se ci si può ancora chiamare giornalista.
Nurisso

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Sciopero generale dell'istruzione


Nuovo appuntamento per un corteo in quel di Torino, l'appuntamento è per venerdì 1 Dicembre, con ritrovo davanti al Palazzo Nuovo alle 08.30 per partire con un corteo che terminerà in Piazza Arbarello circa un'ora più tardi.
La notizia della manifestazione ed il relativo manifesto sono stati presi dal blog Baraonda.
Nurisso

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Pensieri in musica volume 10 - Speciale partigiani



La puntata di oggi di Pensieri in Musica è un po' atipica: non presentiamo una canzone vera e propria, sebbene in sottofondo possiate ascoltare Bella Ciao nella versione suonata dai Modena City Ramblers, artisti che abbiamo già presentato nel blog qui e qui. Presentiamo invece un video caricato da magicalchimia e che riguarda la commemorazione del giuramento fatto dai partigiani l'8 dicembre:

La Garda è una frazione di San Giorio di Susa, comune anch'esso della media valle situata a circa 900 metri di quota. Il giuramento della Garda rappresenta il passaggio politico formale per cui l'8 dicembre del 1943 i ribelli della Valsusa giurano fedeltà alla lotta e al proprio popolo diventando esercito di Liberazione.
Buona visione

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Travaglio - Minchiate



Anche questa settimana vi posto l'appuntamento settimanale con il Passaparola di Marco Travaglio.
Buona visione

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I No Tav a Torino

Il 5 dicembre c'è stata un'importante manifestazione: il No B day, un'imponente manifestazione che ha fatto scendere in piazza migliaia di persone in tutta Italia per protestare contro il "miglior premier degli ultimi 150 anni".
Il 5 dicembre però il diretto interessato era a Torino, a fare un viaggio Torino-Milano su un frecciarossa. Sempre a Torino erano presenti i No Tav, per riportare l'attenzione sul problema Alta Velocità. Abbiamo raccolto le immagini più belle della giornata dai No Tav su facebook.




Post in aggiornamento per aggiungere le foto migliori!
Se ne avete inviatele per email a paroladibonobo@gmail.com

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Grazie Report




La trasmissione Report è solita fare inchieste vere e dal valore inestimabile. E ancora una volta ha superato se stessa, dando la spinta finale ad un'inchiesta giudiziaria sui tesori di Tanzi, il padrone della Parmalat, responsabile di uno dei più grossi crack finanziari del nostro Paese.
Da un'intervista riportata durante la trasmissione Report vengono date chiare indicazioni relative ad opere d'arte per un valore di 100 milioni euro che la famiglia Tanzi sta nascondendo per poterle vendere. Poco dopo scatta l'operazione di sequestro, e vengono trovati i quadri. Logica vorrebbe che almeno i soldi ricavati dalla cessione di queste opere d'arte andasse ai tanti piccoli azionisti truffati dalla famiglia Tanzi.
Ma facciamo un passo indietro. Ecco come hanno replicato Tanzi ed il suo avvocato, esperti della menzogna, all'inchiesta di Report prima che scattasse il sequestro:

dal sito del Corriere della Sera, 30 Novembre 2009

«In casa mia non ci sono caveau» ha detto Tanzi, mentre secondo il programma di Milena Gabanelli l'ex re dell'azienda di Collecchio avrebbe "trafugato" in Svizzera alcuni dei beni preziosi che si trovavano nella sua abitazione ad Alberi di Vigatto, nel Parmense. Tanzi ha spiegato di non essere mai stato in Svizzera e di non avere in casa «nessuno dei quadri di cui ha parlato la trasmissione Rai». «Non sono mai stato neppure a Ginevra», ha continuato Tanzi, mentre il suo legale, l'avvocato Giampiero Biancolella, ha spiegato che subito dopo il crac nell' abitazione del suo assistito sono state condotte ricerche anche con l'utilizzo delle «fibre ottiche».

Per concludere, vi ricordo che con la legge sul processo breve che il governo Berlusconi sta cercando di far passare per bloccare i processi (suoi ma anche molti altri), l'inchiesta a carico di Tanzi finirebbe in prescrizione.

Vi riporto qui sotto una nota ANSA che ho preso dal sito di Report:

Alessio Meyer

(ANSA) - ROMA, 5 DIC - ''E' stata una combinazione e la volonta' di non demordere su alcuni temi''. Milena Gabanelli commenta soddisfatta il successo dell'inchiesta di Report dalla quale e' scaturita l'indagine della Procura di Parma che ha portato al sequestro, oggi, da parte della Guardia di Finanza, del tesoro d'arte nascosto dal patron della Parmalat Calisto Tanzi. E intanto annuncia un nuovo scoop per la puntata di domani, con un' intervista inedita al mediatore che stava portando a termine la vendita dei quadri.''L'affare era quasi concluso - sottolinea - forse se la nostra inchiesta fosse andata in onda con una settimana di ritardo quei quadri oggi sarebbero gia' all'estero, forse in Russia'. ''Orgoglioso'' del lavoro di Report, anche il direttore di RaiTre Antonio Di Bella che ringrazia tutto il gruppo e sottolinea ''e' un esempio di come la buona informazione fa bene al paese''. Il merito di oggi e' tutto di Sigfrido Ranucci, l'autore dell'inchiesta, fa notare Gabanelli, ma il successo e' goduto da tutta la squadra, perche' premia un modo di lavorare, la decisione sugli argomenti da trattare, il modo di sostenerli: ''sono diventata l'ombra di me stessa a forza di sostenere tutto'', sorride lei. Senza dimenticare le critiche e polemiche che hanno bersagliato la trasmissione: ''anche ieri Tremonti non ci ha risparmiato'', sottolinea. Oggi pero' sono arrivate tante telefonate di congratulazioni, si incassano i complimenti anche della procura: ''per me le telefonate di congratulazioni sono sempre inaspettate mi aspetto sempre quelle di chi si lamenta''. Il pezzo sul tesoro Parmalat firmato da Sigfrido Ranucci ha avuto domenica scorsa uno share d'ascolto del 14% nell'ambito di una puntata seguita mediamente da 3 milioni di spettatori. ''Non male per un programma di prima serata che non fa talk'', fa notare Gabanelli, segno che il giornalismo di indagine puo' fare buoni ascolti: ''ci si danna tanto - conclude- ma il fatto che ogni tanto si raggiunga un risultato da' forza''. (ANSA).

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Pendolari, NoTav e Berlusconi a Porta Nuova

Importante

Alessio Meyer

dal sito www.meetup.com

sabato a Torino, il Movimento NO TAV
il comitato pendolari, Berlusconi, il
treno freccia rossa, rischieranno di
incontrarsi alle ore 12.00 quando le
tre manifestazioni si incrocieranno
a porta nuova, la storica e bellissima
stazione, recentemente ristrutturata
e dotata dell'ennesimo centro commerciale.
ovviamente l'apparato sarà così blindato
che i giornalisti potranno vedere solo
Berlusconi vestito da ferroviere, fiero
del nuovo traguardo raggiunto, muoversi
senza timore e circondato da un nugolo
di fedeli
Ricchissimo coordinamento stasera in valle,
scambiate le informazioni su incontri vari,
si è deciso a larghissima maggioranza di
condividere la stazione ferroviaria di Torino Porta Nuova
con Freccia Rossa, Berlusconi e Pendolari
infatti si volantinerà per la stessa città che
vede Berlusconi in treno a Porta Nuova alle 12.00
i pendolari che manifesteranno fuori dalla stazione
i no tav che volantineranno per le vie della città.
per un istante impalpabile, tutti calpesteranno
lo stesso suolo torinese, poi ognuno per la sua
destinazione secondo programma. Si raccomanda
un adeguato abbigliamento, vistosamente completo
di giubbotto fosforescente, per evitare di passare
inosservati, carote, per ricordare ai giornalisti più
attenti i carotaggi, volantini e tante bandiere no tav

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La storia del boicottaggio Bo.Bi. : un boicottaggio contro Berlusconi

Tratto dal sito ufficiale

Quando sono nati i Bo.Bi.?
"Tutto cominciò nel novembre 1993. Mentre Roma era in piena campagna elettorale per l’elezione del sindaco, successe che Silvio Berlusconi, proprietario di un vasto impero finanziario comprendente Standa, Mondadori e quattro reti televisive, dichiarò senza mezzi termini che se fosse stato cittadino romano avrebbe dato la sua preferenza a Gianfranco Fini. Per colmo di provocazione, la di chiarazione venne fatta in una regione di sinistra come l’Emilia Ro magna in occasione dell’apertura di un nuovo supermercato Stan da a Casalecchio sul Reno in provincia di Bologna.

Di fronte a questa dichiarazione, l’Italia più avanzata entrò in agitazione. Era ancora fresco l’esempio di quanto era accaduto in Brasile dove Marinho, proprietario televisivo locale, aveva fatto eleggere presidente un uomo poco “limpido” come Collor de Mel o. Dunque bisognava lanciare un messaggio forte e fermare sul nascere il tentativo di utilizzare il proprio potere economico e il possesso di tv commerciali per orientare la politica italiana. Così nacque l’idea di organizzare un boicottaggio contro la Standa e contro le televisioni di Berlusconi. L’idea fu di Gianfranco Mascia, 34 anni, leader degli ambientalisti e del movimento nonviolento di Ravenna, proprietario di una piccola agenzia pubblicitaria, che il 24 novembre lanciò il suo appello a tutti i progressisti:

“Smettiamo di comprare i giornali di Berlusconi e di fare la spesa nei suoi supermercati. Ritiriamo la pubblicità dalle sue rivi ste e dalle sue televisioni. Boicottiamo le sue reti tv”. Così partiva il boicottaggio, denominato Bo.Bi. (Boicottate il Biscione), che incontrò immediatamente il consenso di migliaia di cittadini.

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Lettera aperta al premier di Margherita Hack

Ha preso carta e penna ed ha scritto direttamente al premier per fargli alcune domande. Di chi si tratta? Bé di Margherita Hack...
Stavolta cosa risponderà Berlusconi? Purtroppo la battuta "è più bella che intelligente" è già stata usata.

Caro cavaliere, perché non ha il coraggio di affrontare i suoi vari processi, invece di impegnare per mesi il parlamento a trovare un modo per evitarli, violando la costituzione che afferma che “la legge è uguale per tutti” e non “per tutti eccetto Silvio”?

Abbia un po’ più di coraggio e di fiducia nella giustizia. Se è innocente non ha nulla da temere. Se invece sa di essere colpevole dia le dimissioni.

E abbia anche un po’ più di rispetto per la democrazia e il parlamento. Se i suoi colleghi deputati e senatori del suo partito non sono d’accordo con lei hanno tutto il diritto di esprimerlo e lei non ha il diritto di minacciarli di espellerli dal suo partito, che non è la sua azienda.

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Pensieri in musica volume 9



Ebano dei Modena City Ramblers

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